2^ edizione di AQUAFARM, manifestazione di riferimento per acquacoltura, pesca sostenibile, vertical farming, colture fuori suolo e algocoltura

14/02/2018
Febbraio 14 2018

Apre i battenti la seconda edizione di AquaFarm.

La manifestazione di riferimento per acquacoltura, pesca sostenibile, vertical farming, colture fuori suolo e algocoltura per due giornate a Pordenone Fiere.

L’appuntamento è l’unico riferimento per alcune delle più strategiche filiere del food Made in Italy: ventun sessioni di conferenza con oltre 200 relatori di livello internazionale e un’area espositiva, raddoppiata rispetto alla prima edizione.

Pordenone, 14 febbraio 2018. Oltre 3000 aziende per una produzione complessiva di 171.000 tonnellate e un valore di più di 470 milioni di euro. Queste in tre cifre l’acquacoltura e la molluschicoltura in Italia secondo i più recenti dati di API, l’Associazione Piscicoltori Italiani*. I due settori sono tornati a crescere, rispetto alla media degli ultimi anni che oscillava tra 140 e 150mila tonnellate. L’andamento positivo accompagna la crescita del 2% del consumo procapite di prodotti ittici nel nostro Paese, che ora sfiora i 26 chilogrammi (dati EUMOFA).

Con queste credenziali acquacoltura e molluschicoltura si ritrovano per la seconda volta ad AquaFarm alla Fiera di Pordenone il 15 e 16 febbraio. Il parterre della manifestazione ospita le più importanti aziende fornitrici a livello italiano ed europeo di prodotti e attrezzature per l’allevamento a terra e a mare, dai mangimi al trattamento delle acque, sino alla cattura e alla lavorazione e confezionamento del prodotto, con più di 120 marchi rappresentati provenienti da tutta Europa. La manifestazione ha fatto un importante salto di qualità rispetto alla prima edizione che si è tenuta nel 2017 tanto che l’area espositiva è aumentata dell’80%.

AquaFarm è organizzata con la collaborazione e la partnership di API e AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltura, che riunisce i molluschicoltori italiani).

Il ricchissimo programma delle conferenze prevede 13 sessioni dedicate all’acquacoltura, a partire dal convegno istituzionale di apertura organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con la presenza tra gli altri di Giuseppe Castiglione, Sottosegretario del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e Paolo Panontin, Assessore con delega alla pesca della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; a seguire quella dedicata all’ACQUACOLTURA COME STRATEGIA DI SVILUPPO PER ECONOMIA E AMBIENTE, moderata da Pier Antonio Salvador, Presidente di API, con una qualificatissima presenza di esponenti internazionali, tra cui la vice-presidente della Commissione Pesca ed Acquacoltura del Parlamento Europeo Renata Briano e il presidente della Commissione Generale Pesca nel Mediterraneo FAO Stefano Cataudella.

Le altre sessioni che si susseguiranno a ritmo serrato nelle due giornate di evento toccheranno in modo specialistico temi di grande interesse per la filiera dell’allevamento di pesci e molluschi, dalla sanità all’alimentazione animale, dalle tecnologie, alla trasformazione e distribuzione, dove convivono tradizione e innovazione, tematica anche al centro di una tavola rotonda con il coinvolgimento della distribuzione organizzata e dei nuovi attori del commercio elettronico.

AquaFarm non è solo acquacoltura. Otto sessioni di conferenza sono dedicate quest’anno al vertical farming e alle colture fuori suolo, dove, come l’anno scorso è di importanza fondamentale la partnership con l’Association for Vertical Farming, AVF, che è presente ai massimi livelli manageriali, dalla coltura delle alghe su scala industriale e temi trasversali come la sostenibilità della produzione primaria del cibo.

Si segnalano in particolare la sessione sulle certificazioni del vertical farming e delle colture fuori suolo, che sta sollevando accesi dibattiti non solo in Italia, e quella sulle nuove frontiere dell’alimentazione umana, (recente via libera della UE sull’utilizzo dei derivati degli insetti) con l’obiettivo fornire argomenti oggettivi per sfatare alcuni miti pop.

Nell’ambito dell’algocoltura, cui sono dedicate tre sessioni sviluppate in collaborazione con il Prof. Mario Tredici dell’Università di Firenze, vicepresidente dell’EABA (European Algal Biomass Association), i temi forti sono: l’integrazione sempre più stretta con l’agricoltura, in particolare nel trattamento delle acque e dei reflui e per la produzione di biostimolanti e concimi, l’utilizzo nell’alimentazione umana e la sinergia con acquacoltura, vertical farm e allevamento di insetti per la realizzazione di unità produttive integrate a ciclo chiuso, secondo i principi della bioeconomia circolare.

*per i dati di dettaglio vedi documento API allegato

Maggiori dettagli su AquaFarm sul programma delle conferenze sono disponibili su www.aquafarm.show .

AquaFarm 2018

HIGHLIGHTS DEL PROGRAMMA

La seconda edizione della manifestazione offre 21 sessioni di conferenza con oltre 120 relatori. Segnaliamo qui alcuni dei temi di interesse per un pubblico non strettamente di specialisti

Gli italiani mangiano circa 26 chilogrammi di pesce l’anno procapite, sopra la media europea, ma secondo le raccomandazioni della FAO dovremmo mangiarne di più: per quanto riguarda il consumo settimanale di proteine di origine ittica siamo infatti fermi a due terzi delle dose raccomandata. I prodotti dell’acquacoltura nazionale hanno tutte le caratteristiche nutritive per soddisfare questa esigenza. Il pesce e i molluschi hanno un posto di rilievo nella dieta mediterranea, ma l’atteggiamento delle giovani generazioni nei confronti dei prodotti ittici è problematico; le ricerche di mercato mostrano come siano considerati cibi di lunga e complessa preparazione, e spesso anche “fastidiosi” (spine, odori, scarti). Per superare questi ostacoli è necessario riscoprire e promuovere le ricette tradizionali a base di pesci e molluschi, ma anche innovare, soprattutto nel settore dei cibi pronti da cuocere e di facile consumo. Questo è un argomento centrale della sessione LAVORAZIONE, TRASFORMAZIONE, DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO ALLEVATO del 16 febbraio dalle 11.00. Nella sessione si parlerà anche di certificazioni di sostenibilità, tecnologie avanzate per garantire l’identità e la qualità del prodotto e nuove modalità di distribuzione del pesce allevato fresco quali l’ e-commerce.

In tema di sostenibilità, sempre più spesso troviamo sugli scaffali e nei banchi frigo dei supermercati prodotti conservati, surgelati e freschi contrassegnati con marchio di certificazione di sostenibilità dei due o tre schemi di certificazione presenti nel nostro Paese. I nostri allevatori sono protagonisti di questo fenomeno ma QUANTO PAGA ESSERE SOSTENIBILI? A questo interrogativo cercherà di rispondere la tavola rotonda tra rappresentanti della domanda, in questo caso della Grande Distribuzione Organizzata, e offerta (la filiera produttiva dell’acquacoltura). Appuntamento il 16 febbraio dalle 14.00.

La molluschicoltura è il settore dell’acquacoltura italiana con la maggiore produzione in termini di volume grazie ai prodotti tradizionali come i diversi tipi di vongole e cozze*. Gli italiani sono ghiotti di altre specie di molluschi, per cui dipendiamo dalla pesca e dalle importazioni. Eppure ricerche e sperimentazioni hanno messo in rilievo che nelle nostre acque è possibile e lo sarebbe molto di più allevare specie pregiate come ostriche (anche di qualità elavata), capesante, canestrelli, ricci di mare ( a rischio per la pesca eccessiva), e persino prodotti per l’esportazione ad altissimo valore, come l’oloturia (il cetriolo di mare), che sui mercati asiatici raggiunge quotazioni da capogiro. Se ne parlerà ampiamente nelle conferenze IL MERCATO GOURMET: L’ALLEVAMENTO DEI FRUTTI DI MARE il 15 febbraio dalle 14.30 e ALLEVAMENTO DEI MOLLUSCHI: TECNOLOGIE E INNOVAZIONI il 16 febbraio dalle 10.00.

L’agricoltura è sempre più interessata alla minimizzazione dell’impatto ambientale delle sue attività, sia attraverso l’ottimizzazione dell’uso di pesticidi e anticrittogamici, sia riducendo la dispersione di reflui e acque ad elevata carica organica. In questo le alghe avranno un ruolo di alto profilo, fornendo biostimolanti e fertilizzanti naturali da una parte e operando come organismi fotodepuratori dei reflui zootecnici e delle acque. L’interesse degli operatori nazionali ed europei è tale che il 40% degli interventi delle tre sessioni dedicate all’algocoltura è dedicato a questo filone di ricerca e applicazione.

Le fattorie verticali, ossia le coltivazioni fuori suolo che si sviluppano in altezza, su più livelli, anche decine, vengono viste spesso come futuribili. Si tratta di un’impressione dovuta al fatto che il nostro Paese ha iniziato ad interessarsene in modo più ampio solo a partire da EXPO2015. Negli Stati Uniti, in Estremo Oriente e sempre più nel NordEuropa, le vertical farm si stanno diffondendo. Il fattore decisivo è che i mercati di sbocco per i loro prodotti esistono già ed esse consentono di servirli “a km zero”, come spiegherà Metro, il gigante tedesco della distribuzione che già sta producendo nei propri punti vendita. La gamma di varietà è sorprendente, dalle verdure ai microgreen, dalle erbe aromatiche e officinali agli ortaggi; e c’è persino chi sta pensando alla soia. Di quello che possono fare le fattorie verticali e di come potranno cambiare il rapporto tra aree urbane e produzione di cibo trattano relatori italiani ed internazionali con un linguaggio divulgativo ma rigoroso nella sessione COLTIVAZIONI FUORI SUOLO: LE SOLUZIONI PER I MERCATI DI OGGI del 15 febbraio dalle 14.00. Uno di essi, Matteo Benvenuti, fondatore del gruppo di lavoro Vertical Farm Italia, oltre a parlare ha realizzato una vertical farm funzionante e l’ha installata nel padiglione della Fiera. Vale una visita anche per i non addetti ai lavori.

Ma i prodotti delle fattorie verticali e delle coltivazioni fuori suolo in genere (idroponica, aeroponica) sono “buoni” come quelli delle colture in pieno campo? In genere gli italiani si lamentano che i pomodori che mangiamo d’inverno, provenienti in grande percentuale dalle serre idroponiche olandesi, sono perfetti esteticamente ma hanno un sapore acidulo e poco pronunciato. Pochi sanno che i pomodori olandesi sono così perché i produttori e i consumatori normali degli stessi, in Nordeuropa, li vogliono così. Oggi le conoscenze genetiche e di fisiologia vegetale, le tecniche agronomiche e le tecnologie applicate alle colture fuori suolo sono talmente avanzate che agendo su varietà, irrigazione, fertilizzanti, nutrienti e luce si ottengono prodotti almeno equivalenti a quelli tradizionali, e anche con caratteristiche nuove. Chi vuole saperne di più troverà relazioni interessanti nelle sessioni TECNOLOGIE E INNOVAZIONI PER LE COLTIVAZIONI SOILLESS del 16 febbraio dalle 14.00.

*per i dati di dettaglio vedere il documento API allegato

Maggiori dettagli su AquaFarm sul programma delle conferenze sono disponibili su www.aquafarm.show .